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di Alessia De Lucia

Ruvo di Puglia, La Sossio Banda e l’Orchestra di Fiati Raimondo Farina chiudono l’anteprima del Talos Festival

Nemmeno le condizioni meteorologiche avverse sono state sufficienti a far spegnere il fuoco ardente negli animi dei musicisti esibitisi nell’ultima serata dell’anteprima di questo Talos Festival 2014, la Sossio Banda e l’Orchestra di Fiati “Raimondo Farina” di Spinazzola. 

Nella splendida cornice della Cattedrale ruvese ha inizio un viaggio tra la cultura e le tradizioni della nostra terra, con un mistero ed un’energia che hanno immediatamente catturato il numeroso pubblico presente. 

Francesco Sossio, con la sua banda composta da sei elementi, guida con frizzante maestria l’intera serata, articolandosi, in una continua sorpresa, tra vicende radicate in terra pugliese. Il percorso ha inizio con un lungo e lusinghiero assolo di sax che, come Caronte, traghettatore delle anime, ha dolcemente portato gli spettatori a vivere e rivivere una storia già scritta, quella dei nostri nonni, su una barca spinta dal fiato dei musicisti. 

Ed ecco che in un climax ascendente si aggiungono al viaggio anche le percussioni, la chitarra, la fisarmonica. Ritmo, Trasporto, Coinvolgimento. Ed ecco la voce, avvolta da un vestito di un rosso limpido e vivace, veicolo di favole e storie del nostro territorio.
Francesco Sossio introduce la Banda e la loro musica, una musica ‘che vive la Murgia, raccontando vecchie storie con canzoni in dialetto pugliese’. 

È un crogiolo di mille culture la nostra terra, troppo spesso sminuita dalla ‘strana mentalità che vede il Sud come arretrato’, queste le parole di Sossio, ‘ma tutto ciò è l’uomo che lo crea, burattino tra le fila del Dio Denaro, che rovina tutta l’umanità.
D’altronde, aggiunge siamo tutti sotto la stessa luna. Tra gli applausi del pubblico generoso, gli artisti proseguono col delineare la colonna sonora della nostra terra, ricca e fertile. 

L’atmosfera si ravviva ancor di più con una Tarantella della Murgia, canto e ballo della libertà; ed è subito ritmo prorompente, trasporto cavalcante. Seguono testi impegnati, sull’emigrazione e l’immigrazione, in un’atmosfera commossa e fraterna, intima, pronta ad accogliere il canto di una struggente quanto triste realtà. 

Poi la guerra, falce di pietra che strappa i figli alle proprie madri, il cui dolore va cantato con profondo rispetto. 

Lunghi applausi, meritati e spontanei. 

L’aria si fa avvolgente, pervasa da una delicatezza lucida, coinvolgente, veicolo di emozioni forti, concrete e condivise.

Si cambia registro: entra in scena ora Franco Francesco, trombettista che collabora da anni con la Banda. 

Ed è subito festa, trainata da un brano da loro definito ‘un pezzo pazzo’, volto a celebrare gli strumenti musicali, i mezzi che permettono agli artisti di dar voce alla propria anima. 

La sagra degli strumenti, questo il titolo del pezzo: energico, pieno, armonioso.

Una briosa alchimia tra tutti i componenti della Banda. Alchemico è anche l’incontro della Sossio Banda con l’Orchestra di Fiati “Raimondo Farina” di Spinazzola: con discrezione e destrezza l’orchestra si infila tra le note della Banda in punta di piedi, rendendo ancora più corposa e vivace la storia che si stava raccontando, arricchendola di particolari inediti ed indispensabili. 

Pur essendo coinvolti e trasportati dal ritmo creatosi, gli artisti non perdono mai di vista i testi ed i significati dei loro pezzi. Il turno è ora quello di ‘Murgia’, seguito da ‘Invidia’ e da un’altra Tarantella, volta ad esorcizzare una tra le più distruttive mentalità, quella mafiosa. 

Il pubblico premia. 

Compartecipazione emotiva degli spettatori, poliedricità di tutti i musicisti, che si fondono in un’unica voce ricca di sfumature, e le orecchie gioiscono. Ci si avvia verso la conclusione.

Ultimo brano che narra la storia della raccolta delle olive, in fusione con della musica egiziana, trovata e accolta dalla banda in un loro viaggio. Il pubblico viene invitato ad avvicinarsi, a partecipare attivamente alla festa che di lì a poco prenderà inizio tra salti, balli e ritmo scandito dai battiti dei palmi delle mani, consumati dagli applausi.
Conclusione scoppiettante, viva, pura, libera.